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Ciao, sono il papà di una ragazza alla quale, nel 2002, è stata diagnosticato il Lupus Eritematoso Sistemico (LES). Con questo blog spero di potere aiutare qualcuno che sta attraversando questa brutta esperienza cercando di supportarlo, per quanto mi è possibile, a superare le difficoltà quotidiane e burocratiche che ho già dovuto affrontare io in passato. Un augurio di cuore a tutti. Se qualcuno vuole contattarmi direttamente può utilizzare l'indirizzo pepo1405@libero.it

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martedì 22 marzo 2011

Scoperta (forse) la miccia

Secondo due studi Usa, sono i complessi di Dna e proteine a dare il via alla produzione di interferon ed alla risposta autoimmune che porta all'infiammazione soprattutto di reni, pelle e polmone. Un passo avanti verso diagnosi più rapide e precise e verso cure mirate

Sarebbero i neutrofili a innescare la risposta autoimmune che si osserva nei pazienti affetti da Lupus eritematoso sistemico (Les). A riportare la scoperta sono due studi pubblicati su Science Translational Medicine che mostrano come queste cellule attivino una cascata di processi da cui deriva il Lupus. Entrambe le ricerche, oltre a determinare il ruolo di questi globuli bianchi nei primi momenti dell'insorgere della malattia, sottolineano l'importanza di un altro fattore fondamentale, l'Interferon-alfa, e aprono le porte allo sviluppo di interventi terapeutici più efficaci. Il Lupus eritematoso sistemico è una malattia la cui caratteristica principale è la presenza di autoanticorpi. Nei pazienti, infatti, i linfociti B producono anticorpi specifici per riconoscere il nostro stesso Dna. I complessi Dna/anticorpo, a questo punto, attivano un processo di infiammazione localizzato che ha come conseguenza il danneggiamento di organi e tessuti, soprattutto di reni, pelle e polmoni. Qualche anno fa si era scoperto che un ruolo fondamentale all'insorgenza del Lupus lo hanno alcune cellule specializzate nella produzione di interferon-alfa, potente molecola capace di attivare il sistema immunitario, tra cui indirettamente anche i linfociti B. Le cause scatenanti dell'attivazione di queste cellule non erano però ancora state delineate. Se era chiaro che, oltre a predisposizioni genetiche, serviva la presenza di un fattore esterno (come ad esempio un'infezione batterica o virale) per avviare una prima risposta immunitaria benevola, era ancora completamente oscuro come questo meccanismo di difesa perdesse il controllo, ritorcendosi contro l'organismo. Le due ricerche americane, a cui hanno partecipato anche studiosi dell'Istituto superiore di sanità e della Sapienza di Roma, hanno mostrato che a spingere le cellule alla produzione di interferon-alfa sono dei complessi rilasciati dai neutrofili che vanno incontro a un particolare meccanismo di morte cellulare, la NETosi. A differenza del normale processo di morte cellulare, durante la NETosi i neutrofili rilasciano grandi quantità di Dna rivestite di molecole antimicrobiche (i NET, ovvero trappole extracellulari dei neutrofili). I complessi vengono riconosciuti dalle cellule dendritiche come un segnale di allarme e iniziano a produrre l'interferon. Nei pazienti con Les, invece, questo meccanismo di difesa porta all'attivazione smisurata delle cellule dendritiche con il conseguente innalzamento dei livelli di interferon e tutti i fenomeni che ne derivano. In tal modo, si avvia un circolo vizioso dove neutrofili, interferon e autoanticorpi si stimolano l'un l'altro e portano alla formazione del processo infiammatorio che danneggia organi e tessuti. Oltre a comprendere i meccanismi alla base di questa malattia, la scoperta potrebbe rappresentare un notevole passo in avanti anche in campo diagnostico e terapeutico. Il gruppo di ricerca, infatti, sta già verificando se alcune delle proteine antibatteriche che formano i NET possano essere usate per diagnosticare più efficacemente il Lupus. Questa è una delle malattie più difficili da riconoscere e per arrivare a una diagnosi bisogna controllare ben undici diversi criteri, che sono condivisi anche da altre patologie. Per questo sarebbe importante avere una via più semplice per comprendere se un paziente ha o meno il Lupus. Secondo i ricercatori aver completato il quadro patogenico dà il via allo sviluppo di terapie più mirate. Oggi il più delle volte i pazienti vengono trattati con potenti farmaci immunosoppressivi che hanno diversi effetti collaterali. Ora che si è scoperto che i neutrofili hanno un ruolo fondamentale nella produzione di interferon si può pensare a terapie mirate contro di loro in grado di bloccare i primissimi passaggi della malattia.

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