Benvenuto nel Blog della LES

Ciao, sono il papà di una ragazza alla quale, nel 2002, è stata diagnosticato il Lupus Eritematoso Sistemico (LES). Con questo blog spero di potere aiutare qualcuno che sta attraversando questa brutta esperienza cercando di supportarlo, per quanto mi è possibile, a superare le difficoltà quotidiane e burocratiche che ho già dovuto affrontare io in passato. Un augurio di cuore a tutti. Se qualcuno vuole contattarmi direttamente può utilizzare l'indirizzo pepo1405@libero.it

Le informazioni fornite sono a scopo divulgativo e non intendono in alcun caso sostituire le indicazioni che possono essere ottenute direttamente da un medico che valuti il singolo caso. Inoltre le indicazioni relative a farmaci, procedure mediche o terapie in genere hanno un fine unicamente illustrativo e non possono sostituirsi alla prescrizione di un medico.

Cerca con google

venerdì 23 aprile 2010

FATTORI GENETICI NEL LES

La predisposizione genetica è molto importante in molte malattie reumatiche. Tuttavia
il contributo dei fattori genetici non è sufficiente per lo sviluppo della malattia, ed è indispensabile l’intervento di altri fattorispesso provenienti dall’ambiente, quali virus, altri microorganismi, agenti chimici, fisici e farmaci. Per questo
motivo, gli individui che possiedono un corredo genetico predisponente, nella maggior
parte dei casi non si ammalano. I fattori genetici in definitiva sono permettolo solo l'eventuale acclamazione della malattia ed identificano i soggetti a rischio di malattie che, fortunatamente, non sempre si sviluppano. È noto che i fattori genetici sono molto importanti nel favorire l’insorgenza del LES. Questa convinzione scaturisce da varie considerazioni:
1) Esiste una familiarità della malattia: mentre la frequenza del LES nella popolazione generale è di circa 10 casi ogni 100.000 persone (0.01%), nei parenti di persone affette da LES questa è circa 100 volte maggiore, compresa fra 0.4% e 5%. Nel sangue dei parenti sani di soggetti affetti da LES è inoltre possibile riscontrare varie anomalie tipiche della malattia, quali la positività degli anticorpi antinucleo (ANA) e l’incremento delle gammaglobuline.
2) I gemelli identici (monozigoti), che hanno corredi genetici perfettamente uguali,
hanno una concordanza di malattia molto maggiore rispetto ai gemelli non identici (eterozigoti), che hanno corredi genetici solo in parte uguali. Nei primi, la possibilità che entrambi si ammalino è circa del 25%, mentre nei gemelli non
identici la frequenza del LES è simile a quella riscontrabile nei familiari dei soggetti affetti dalla malattia.
3) La malattia è più frequente o più grave in alcuni gruppi etnici. Ad esempio, gli Afro-Americani sono colpiti tre volte di più rispetto alla popolazione americana considerata nel suo insieme. Alcune tribù di Indiani americani presentano una frequenza molto elevata della malattia. Il sesso femminile è colpito dal LES molto più spesso di quello maschile (su dieci soggetti con LES, in media nove sono di sesso femminile). Le popolazioni asiatiche tendono ad avere una malattia più grave di quelle di origine europea.
4) Modelli animali dimostrano che alcune varietà di topi, geneticamente molto simili
tra loro, vengono invariabilmente colpite da una malattia che ha caratteristiche comuni al LES dell’uomo.
Tutti questi dati fanno capire come siano importanti i fattori genetici nel LES. È bene ribadire che la predisposizione ad ammalare di LES non è legata ad un singolo fattore genetico, ma a molti geni. Poichè il LES è una malattia autoimmune, è logico ipotizzare che almeno alcuni dei geni predisponenti debbano essere ricercati fra quelli che regolano la risposta immunitaria nell’uomo. La malattia è in parte condizionata dalla presenza, nel corredo genetico, di particolari geni o di particolari varianti dei geni che contengono l’informazione per la produzione
dei fattori del complemento. La fertilità delle donne con LES non sembra molto diversa dal normale, anche se esse hanno una maggior tendenza, rispetto alle donne sane, ad avere aborti spontanei, morti intrauterine del feto e nascite pretermine. Va ricordato inoltre, che la gravidanza può condurre ad un aggravamento della malattia o ad una sua ripresa. A questo proposito bisogna tenere conto delle condizioni della paziente. In linea generale, la gravidanza va sconsigliata
nei casi in cui la malattia sia molto “attiva”, mentre può essere affrontata nei casi
in cui non sono presenti sintomi importanti. La decisione, comunque delicata, va presa in collaborazione con lo specialista reumatologo curante. Si può inoltre affermare che non esiste alcuna indagine in grado di prevedere se un soggetto avrà o no il LES. Gli autoanticorpi, come già detto, possono essere presenti nel sangue
di soggetti perfettamente normali e ciò avviene con una certa frequenza nei familiari di malati di LES. Allo stesso modo, la tipizzazione dei geni non fornisce alcuna indicazione in merito alla possibile comparsa futura del LES in un soggetto al momento sano. Infatti, l’eventuale riscontro di geni cosiddetti “predisponenti” non indica che quel soggetto avrà il LES, così come il mancato riscontro di tali geni “predisponenti” non pone al riparo dalla possibilità di avere il LES. È pertanto inutile, ed anche dannoso in quanto fonte di inutili ansie, sottoporre i propri figli a continui esami allo scopo di cercare di prevedere il futuro. Al contrario, nel caso in cui compaiano sintomi potenzialmente dovuti al LES, sarà
compito del medico formulare una diagnosi quanto più possibile precoce, allo scopo di
curare tempestivamente il paziente. La prognosi del LES è infatti oggi molto più favorevole rispetto al passato, grazie alla diagnosi precoce ed alle terapie efficaci di cui si dispone. Si può quindi affermare che il LES è una malattia condizionata da vari fattori genetici.Alcuni di essi sono stati identificati, mentre sono in corso ricerche per individuare quelli ancora sconosciuti. Da queste ci si aspetta di comprendere con chiarezza qual è il corredo genetico che predispone al LES, il che consentirebbe di individuare con maggiore precisione chi è a rischio di ammalarsi, aprendo la possibilità a futuri trattamenti di manipolazione genetica che consentano di sostituire i geni predisponenti con altri che non danno predisposizione alla malattia.