Fino a poco tempo fa i pazienti affetti da lupus venivano trattati con terapie vecchie di decenni come aspirina, anti malarici, corticosteroidi e farmaci antiinfiammatori non steroidei. Nella prima decade del mese di marzo di quest'anno, negli Stati Uniti, è stato approvato Benlysta il primo farmaco specifico sul mercato per il trattamento del Lupus Eritematoso Sistemico in oltre 50 anni. E' un immunosoppressore da somministrare per via endovenosa e mira a ridurre il numero delle cellule anormali nel corpo, che si crede siano la causa del lupus. Il lupus è una malattia autoimmune che interessa articolazioni, cute, reni, polmoni, cuore e cervello. Lo studio, compiuto su 1684 pazienti affetti sa LES, è stato attuato somministrando, insieme ad una terapia standard, Benlysta o un farmaco inattivo. I risultati hanno dimostrato che i pazienti trattati con Benlysta hanno avuto una diminuzione dei sintomi rispetto a coloro che avevano assunto il farmaco inattivo anche se i pazienti con la forma più grave di lupus sono stati esclusi dallo studio. Secondo i dati raccolti i risultati positivi sono circa del 10 % (devono essere trattati circa 11 pazienti per ottenere il beneficio su 1 malato). Sembra un magro risultato ma come inizio è sempre meglio di niente. Alcuni studiosi pensano che questo nuovo farmaco sia ben lungi dall’essere una cura, ma può essere un presagio di nuove ricerche per lo sviluppo di farmaci ancora più efficaci contro questa malattia devastante.
martedì 22 marzo 2011
Scoperta (forse) la miccia
Secondo due studi Usa, sono i complessi di Dna e proteine a dare il via alla produzione di interferon ed alla risposta autoimmune che porta all'infiammazione soprattutto di reni, pelle e polmone. Un passo avanti verso diagnosi più rapide e precise e verso cure mirate
Sarebbero i neutrofili a innescare la risposta autoimmune che si osserva nei pazienti affetti da Lupus eritematoso sistemico (Les). A riportare la scoperta sono due studi pubblicati su Science Translational Medicine che mostrano come queste cellule attivino una cascata di processi da cui deriva il Lupus. Entrambe le ricerche, oltre a determinare il ruolo di questi globuli bianchi nei primi momenti dell'insorgere della malattia, sottolineano l'importanza di un altro fattore fondamentale, l'Interferon-alfa, e aprono le porte allo sviluppo di interventi terapeutici più efficaci. Il Lupus eritematoso sistemico è una malattia la cui caratteristica principale è la presenza di autoanticorpi. Nei pazienti, infatti, i linfociti B producono anticorpi specifici per riconoscere il nostro stesso Dna. I complessi Dna/anticorpo, a questo punto, attivano un processo di infiammazione localizzato che ha come conseguenza il danneggiamento di organi e tessuti, soprattutto di reni, pelle e polmoni. Qualche anno fa si era scoperto che un ruolo fondamentale all'insorgenza del Lupus lo hanno alcune cellule specializzate nella produzione di interferon-alfa, potente molecola capace di attivare il sistema immunitario, tra cui indirettamente anche i linfociti B. Le cause scatenanti dell'attivazione di queste cellule non erano però ancora
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